La nebbia, impalpabile e avvolgente, è uno dei contrassegni tipici della Pianura Padana: da ottobre fino a febbraio tutta quest'area è coperta da una coltre grigia, che sfuma i contorni e intride ogni cosa di umidità fine.

La nebbia è anche uno dei segreti del Culatello di Zibello, il salume principe di queste zone. Nelle parole di Stefano Salis: 

È difficile da spiegare e, per gli scettici, forse persino da credere: eppure è la nebbia, l'elemento fondamentale, imprevisto e ineliminabile, di questo nobilissimo salume, forse l'eccellenza tra tutti. Senza quel silenzioso, avvolgente abbraccio, il culatello non sarebbe lo stesso. Del resto, se lo invocava D'Annunzio, Verdi ne era ghiotto, e Zavattini addirittura se lo sognava, non erano pose letterarie o artistiche. La cosa, mille volte raccontata, ti diventa chiarissima quando arrivi, in una grigia, fredda, quasi nevosa giornata di gennaio a Polesine Parmense, all'Antica Corte Pallavicina, regno di Massimo Spigaroli, lo chef che, con la sua famiglia, ha dedicato al culatello, al maiale e al sapere contadino e della abile arte della norcineria tutta la vita, facendone un culto, con un approccio che è stato molto attento a recuperare tutta la qualità e l'esperienza contadina ma non dimenticando che un'eccellenza come questa va saputa raccontare, preservare e “vendere” al meglio.

 

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